Christiane Löhr. Accumuli

a cura di Chiara Gatti con un testo critico di Bruno Corà Architetture di natura. Cupole di semi e cattedrali di fili d’erba. L’artista tedesca, toscana d’adozione, presenta al MAN […]
Opera Montagne_2023

a cura di Chiara Gatti con un testo critico di Bruno Corà

Architetture di natura. Cupole di semi e cattedrali di fili d’erba. L’artista tedesca, toscana d’adozione, presenta al MAN una ampia installazione che punteggia il piano nobile del museo di sculture leggere e impalpabili, un inno alla levità della natura e, insieme, alla sua complessità.

Abilissime nell’issare sculture fatte di soffioni, steli, baccelli o crini di cavallo, le mani di Christiane Löhr issano nello spazio sottili strutture arboree, edificano paesaggi minimi.

A nuove forme astratte per piccoli templi silvestri si aggiunge, per l’occasione, un omaggio alla Sardegna, che vede l’autrice presentare piccoli accumuli di chicchi o sementi, a evocare torri e costruzioni nuragiche.

L’ispirazione naturale non diventa tuttavia, nella ricerca di Löhr, una testimonianza didascalica della vegetazione e delle sue specie. La sua riflessione sublima la materia in una dimensione di astrazione radicale e di forma assoluta, fatta di equilibrio e proporzione fra gli elementi, senso dello spazio e valore del vuoto.

Il percorso della mostra conta anche una scelta di disegni su carta, realizzati con pastello a olio, grafite o inchiostro, frutto di un analogo processo scultoreo, in cui le fibre della carta sono sfregate e graffiate come materia plastica.

ritratto Christiane Löhr - Foto Salvatore Mazza

Portrait Christiane Löhr / Foto Salvatore Mazza

Christiane Löhr, (Wiesbaden, Germania, 1965) vive e lavora tra Prato e Colonia. Si laurea alla Kunstakademie di Düsseldorf con Jannis Kounellis (1994) con il quale poi completa un Master of Arts (1996). Ha esposto a Chaumont-sur-Loire, Haus am Waldsee, Museo e Real Bosco di Capodimonte, Museo San Fedele di Milano, Wuppertal, Kunsthaus Baselland, Muttenz, MART di Rovereto, Villa Panza, Varese, Centro Pecci, Prato. Nel 2001 ha preso parte alla 49° Biennale di Venezia curata da Harald Szeemann e nel 2016 è stata insignita del Premio Pino Pascali.

Christiane Löhr. Accumuli

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